ENERGIA DALLE VIGNE

Torino, 9 luglio 2009

Ieri ad Alba gettate le basi per una nuova sfida: ricavare energia dai sottoprodotti  della viticoltura. Operatori agricoli e istituzioni locali disponibili al coinvolgimento in iniziative che puntino su filiere corte, su una logistica funzionale e su una ricaduta diretta sul territorio.

Ad Alba ieri sera, mercoledì 8 luglio, 150 persone circa, fra operatori del settore agricolo, vitivinicolo, rappresentanti delle istituzioni locali e altri soggetti interessati si sono riuniti in una gremita sala Beppe Fenoglio in occasione del convegno “ENERGIA DALLE VIGNE. Scenari e opportunità per la valorizzazione energetica dei sottoprodotti della viticoltura”.


Nel corso dell’iniziativa, promossa dalla Regione Piemonte, dall’IPLA (Istituto per le piante da legno e l’ambiente) e dall’agenzia di sviluppo locale Lamoro ad Alba (Cn), si è parlato degli aspetti relativi alla disponibilità di vinacce e residui di potatura, da cui è possibile ricavare energia, presenti sul territorio piemontese, alla logistica, alle scelte tecnologiche e alle questioni economico-finanziarie e naturalmente all’organizzazione delle filiere.

L’incontro dell’8 luglio ad Alba ha visto la partecipazione in qualità di relatori di Mino Taricco, Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, di Lido Riba, Presidente Ipla S.p.A, Vittorino Novello, Dip.to Colture Arboree della Facoltà di Agraria, Luca Degiorgis, Ipla S.p.A, Giuseppe Tresso, Ipla S.p.A. Inoltre sono intervenuti per stimolare la discussione Umberto Fava, Direttore di Lamoro, Gianluigi Biestro, Direttore generale Associazione Vignaioli Piemontesi, Dimitri Tasso, Vice Coordinatore nazionale Anci-Unioni di Comuni, Franco Parola, Coldiretti Piemonte, Valentina Masante, Confederazione italiana Agricoltori (Cia) Cuneo, Roberto Abellonio, Unione Provinciale Agricoltori Cuneo.

Di grande interesse, da sempre, i temi di cui si è trattato: la gestione dei sarmenti (residui di potatura delle vigne), alla luce delle difficoltà di recupero degli stessi, dei controversi risultati del riutilizzo in campo e della inopportunità di bruciarli in loco. Analogamente anche le vinacce possono rappresentare un problema, se non correttamente smaltite o utilizzate per produzioni collegate.

“La valorizzazione energetica di questi materiali-  ha all’incontro detto il Presidente dell’IPLA Lido Riba-  rappresenta oggi anche in Piemonte una interessante sfida nella  logica di una “green economy” che può creare valore e occupazione sul nostro territorio”. Le recenti novità legislative, che prevedono una forte incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti alimentati da fonti rinnovabili possono essere una opportunità, non solo economica, per le imprese del settore vitivinicolo interessate a destinare i sarmenti  e le vinacce a scopi energetici”.

“Le opportunità di sfruttamento energetico dei residui e dei sottoprodotti della viticoltura in termini di energie rinnovabili – afferma l’Assessore regionale all’Agricoltura Mino Taricco - sono di grande interesse per la nostra regione. Si tratta ora di far partire concreti progetti di sperimentazione per verificare la fattibilità, anche dal punto di vista economico, valutando attentamente la disponibilità di materiale. Sarà necessario avviare progetti innovativi, che si basino su adeguate tecnologie e  su modelli organizzativi e logistici  funzionali, e  in grado  di innescare processi di filiera virtuosi sul territorio. E’ questa la vera scommessa dell’energia dalle vigne, che riguarda anche il miglioramento agronomico, nell’ottica di uno sviluppo dell’utilizzo di fonti rinnovabili su cui la Regione Piemonte sta investendo dal punto di vista finanziario e della ricerca, con un’attenzione costante all’ambiente e al corretto utilizzo delle risorse”.

Secondo i dati forniti dal professore Vittorino Novello del Dipartimento di Colture Arboree della Facoltà di Agraria dell’Università di Torino nei circa 45 mila ettari di vigne piemontesi ci sono circa 900 mila quintali di sarmenti  che, ogni anno, debbono essere gestiti dai viticoltori, a cui si aggiungono ben 1.400.000 quintali di vinacce come residuo della vinificazione.

“Si tratta di un materiale – ha spiegato al convegno Lido Riba – che, se non reimpiegato, pone problemi di recupero, mentre, se valorizzato dal punto di vista energetico, attraverso la combustione o sistemi come la gassificazione, può andare a contribuire allo sviluppo della produzione energetica da fonti rinnovabili. Quantità rilevanti di materiale, che, se trasformate in energia, possono valere – a seconda della tecnologia impiegata - tra 10 e 15 euro per quintale di biomassa in un anno. Al valore di mercato attuale dell’energia (0,22 euro per kWh) questo significa un potenziale economico in Piemonte sicuramente superiore ai 20 milioni di euro all’anno”.

Naturalmente la valorizzazione energetica dei sottoprodotti della viticoltura pone delle questioni logistiche  e di organizzazione delle filiere che devono essere risolte e che coinvolgono direttamente le istituzioni locali, le organizzazioni agricole e i produttori. Nei loro interventi al convegno dell’ 8 luglio ad Alba Gianluigi Biestro, Umberto Fava, Dimitri Tasso, Franco Parola, Valentina Masante, Roberto Abellonio hanno manifestato una disponibilità a percorrere questa strada, a condizione che si individuino adeguate forme di gestione pubblico-privata, che i soggetti pubblici siano disponibili a essere  consumatori di energia prodotta dalle vigne, che vi sia un coinvolgimento dell’imprenditoria agricola più diretto, e quindi non solo per la fornitura, e che vi siano adeguati incentivi.
Alla luce del fatto che non tutta la biomassa disponibile potrà essere trattata e che i residui di potatura e che le vinacce, per essere trasformati in energia, debbono essere conferiti in modo razionale dai viticoltori, è emerso che la convenienza economica dovrà essere valutata con estrema attenzione nell’ambito di una più generale attività di pianificazione. “Determinanti – ha evidenziato Riba - appaiono anche  le scelte connesse alla tecnologia di valorizzazione energetica e alla taglia degli impianti, che dovranno essere compatibili con le necessità di utilizzo del calore”. Fondamentale per massimizzare la ripartizione del  valore  a livello territoriale, sono poi gli  assetti societari dei soggetti gestori di queste attività, gli aspetti  finanziari e le modalità gestionali delle future società energetiche.