Convegno "ECONOMIA DEL LEGNO"
LA FILIERA FORESTA-LEGNO-ENERGIA RISORSA PER LO SVILUPPO DELL'ECONOMIA PIEMONTESEBilancio molto positivo per il convegno organizzato dall'Ipla
Oltre 300 persone, tra amministratori locali, imprenditori, artigiani e associazioni di categoria, hanno affollato il 21 giugno il convegno sul tema “L’economia del legno. La filiera foresta-legno-energia in Piemonte”, tenutosi presso la sala dei Duecento del Centro congressi dell’Unione industriale di Torino e organizzato dall’Ipla (Istituto per le piante da legno e l’ambiente, ente strumentale della Regione Piemonte) con la collaborazione dell'Unione industriale di Torino e con il patrocinio della Regione Piemonte.
“La grande partecipazione e la qualità degli interventi – hanno sottolineato Lido Riba, presidente Ipla e Uncem regionale e Bruna Sibille, assessore regionale allo sviluppo della montagna e foreste – dimostra come sul tema ci sia una grande sensibilità e grandi attese. La nuova legge forestale, che la Regione Piemonte sta elaborando, interessa un comparto decisivo per l’economia regionale e della montagna in particolare. Un settore che rappresenta un’importante risorsa per troppi anni trascurata, e che ha valenze di enorme importanza per il territorio regionale: sviluppo economico e nuova occupazione, produzione di energia rinnovabile e prevenzione del dissesto idrogeologico del territorio”.
A sottolineare quanto la Giunta regionale consideri strategico per il Piemonte il rilancio del settore forestale, l’intervento della presidente della Regione, Mercedes Bresso: “Dobbiamo mettere in campo tutte le competenze del nostro assessorato alla montagna, dell’Ipla, dell’Università, del Politecnico e delle imprese del settore per avviare rapidamente un quadro normativo snello ed efficace che favorisca la gestione economica e industriale dei nostri boschi. Occorre trovare delle soluzioni normative che correggano le situazioni di abbandono dei boschi provocate dallo sbriciolamento delle proprietà forestali”.
“E’ necessario strutturare la filiera foresta-legno-energia per consentirci di sfruttare le abbondanti biomasse presenti nella nostra regione - ha proseguito Bresso -, ai fini della produzione di energie rinnovabili riducendo la nostra dipendenza dalle fonti fossili. Nello stesso tempo, con una prospettiva di maggiore durata, il rinnovamento dei boschi ci consentirà di produrre anche legname di maggior pregio destinato all’industria, riducendo anche in questo ambito la dipendenza delle nostre imprese dalle importazioni dall’estero, e di ridurre i pesanti impatti economici e sociali del dissesto idrogeologico causati dall’abbandono di molte aree montane e collinari”.
“La ricerca nel settore delle energie rinnovabili – ha sottolineato nel suo intervento l’assessore regionale alla ricerca e innovazione, Andrea Bairati – è stata indicata dall’Unione europea come una delle linee strategiche sulle quali saranno incrementati gli investimenti nel periodo di programmazione 2007-2013. In questo senso lo sfruttamento delle biomasse in Piemonte ha buone carte da giocarsi, ma i finanziamenti saranno orientati su pochi progetti capaci di grande impatto economico e sociale e rivolti a beneficiari capaci di coinvestire nei progetti. Per cogliere queste opportunità sarà dunque necessario aggregare i soggetti della filiera foresta-legno-energia e coinvolgere il tessuto scientifico locale”.
Mino Taricco, assessore regionale all’agricoltura, ha invece sottolineato gli aspetti legati al nuovo Psr (Piano di sviluppo rurale): “Dall’agricoltura provengono molte biomasse sfruttabili ai fini della produzione di energia: anche di questo occorre ragionare nella stesura del nuovo piano di sviluppo rurale della nostra regione al quale stiamo lavorando. In Piemonte abbiamo territori che stanno perdendo pezzi di economia agricola: coltivazioni di cereali che rischiano di diventare nuovi terreni incolti”.
“Il Piemonte non può più permettersi di rinunciare alla potenzialità produttiva e occupazionale di 1/3 del suo territorio, come è avvenuto finora”, ha concluso Lido Riba. “La rivalutazione delle filiere forestali è un passaggio obbligato per il recupero economico della montagna, così come indicato dal programma politico della Giunta regionale.
In termini concreti occorre: attrezzare un sistema di aziende forestali, infrastrutturare il territorio, perseguire la trasformazione dei cedui in fustaie, formare professionalmente imprenditori ed operatori e organizzare la filiera del legno. In termini di valore, considerato che le quotazioni del legno abbattuto vanno da 5 a 15 euro al quintale, la potenzialità economica del comparto si può collocare intorno ai 200 milioni di euro. L'impiego di 100 milioni di euro di gas comporta l'occupazione di 20 - 30 persone al massimo, mentre l'impiego della stessa energia da biomasse significherebbe oltre 3mila nuovi posti di lavoro”.
Di grande interesse le relazioni svolte al convegno da Mario Palenzona, direttore dell’Ipla; Bruno Giau, preside della Facoltà di agraria dell’Università degli studi di Torino; Ettore Durbiano, presidente dell'Associazione industriali del legno dell'Unione industriale di Torino; Gian Vincenzo Fracastoro, direttore del Dipartimento di energetica del Politecnico di Torino.
Altri contributi sono pervenuti da Sergio Bisacca, vice presidente della Provincia di Torino e dagli operatori del settore: Ordine dei dottori agronomi e forestali della Provincia di Torino; Comando regionale del Corpo forestale dello Stato; organizzazioni agricole e artigiane, associazioni delle imprese e delle cooperative boschive, forestali e agro-forestali.