COMUNICATO STAMPA

Torino, 04 dicembre 2015

WORLD SOIL DAY 2015 - COP21 DI PARIGI
I SUOLI DIVENGANO CHIAVE PER CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI

All’IPLA di Torino - in contemporanea con la conferenza sul clima di Parigi - una giornata di studio con esperti nazionali e internazionali sulla protezione dei suoli

Il 4 dicembre, in occasione del World Soil Day 2015, IPLA, in collaborazione con la Regione Piemonte e la Federazione Interregionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali del Piemonte e Valle d’Aosta, organizza una giornata dedicata alla gestione sostenibile dei suoli. L’evento si svolgerà presso la sede dell’IPLA in C.so Casale 476 a partire dalle ore 10.
L’importanza del suolo per il futuro del pianeta è evidenziata dalla dichiarazione, da parte delle Nazioni Unite, dell’Anno Mondiale del Suolo 2015, intesa come piattaforma per accrescere la consapevolezza del ruolo cruciale del suolo nella mitigazione dei cambiamenti climatici, nella sicurezza alimentare e nelle funzioni ecosistemiche essenziali.
La giornata sarà articolata in una prima parte con relazioni su temi generali e una seconda parte con una tavola rotonda dal titolo ”Suolo, impatto antropico e sostenibilità ambientale” nella quale interverranno l’On. Enrico Borghi (Commissione Ambiente Camera dei Deputati), l’Assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero, la Presidente della Commissione Ambiente del Piemonte Silvana Accossato e i principali esponenti delle Associazioni agricole di categoria.

Dichiarazione di Fabio Petrella (esperto IPLA sul monitoraggio del contenuto di carbonio nei suoli)
“I suoli hanno un ruolo chiave nelle azioni di contrasto al cambiamento climatico per la loro enorme capacità di assorbimento e fissazione del carbonio, la quale comporta una riduzione dell’anidride carbonica atmosferica che è il principale gas climalterante. In Piemonte i suoli ad oggi contengono 280 milioni di tonnellate di carbonio, più di quanto contengano tutte le foreste regionali. Modificazioni nelle pratiche di gestione in agricoltura, che hanno nel tempo prodotto un grave depauperamento di carbonio, potrebbero consentire in alcuni anni di incrementare notevolmente tale contenuto fino a xxx tonnellate, soprattutto in pianura e collina, con un contributo concreto e tangibile nella lotta al cambiamento climatico di cui si sta parlando alla conferenza di Parigi.

Riccardo Valentini, componente del Comitato per i mutamenti climatici, che ha ricevuto il Premio Nobel per la pace, per le sue ricerche in campo ambientale nel 2007, insieme all’ex vicepresidente americano Al Gore e che ha collaborato con IPLA negli ultimi anni, ha scritto tra l’altro nel suo ultimo documento portato a Parigi:
“L’attuale sistema di contabilizzazione delle attività agro-forestali, secondo il protocollo di Kyoto, si basa sull’attribuzione delle emissioni ad attività specifiche secondo l’uso del suolo. Ad esempio le emissioni delle foreste sono conteggiate soltanto per quanto riguarda quelle gestite dall’uomo ma non possono essere conteggiate, anche per un loro uso di riduzione di emissione, le aree naturali o le infrastrutture verdi. Allo stesso tempo non sono considerati i pascoli naturali, le zone umide, ovvero gli elementi del paesaggio naturale. Sarebbe utile introdurre il concetto di contabilità di paesaggio; questo renderebbe l’accounting più realistico e rigorosamente valido. Le aree naturali potrebbero essere utilizzate per compensare le emissioni delle attività antropogeniche; un parco urbano potrebbe compensare in parte le emissioni automobilistiche, una forestazione in azienda agricola le emissioni delle produzioni zootecniche. Il valore del capitale naturale potrebbe essere valorizzato e quantificato al fine di una sua espansione o conservazione”.

Torino, 4 dicembre 2015