COMUNICATO STAMPA
Torino, 12 ottobre 2014
IPLA E UNCEM PER IL RILANCIO DELLA FILIERA FORESTALE REGIONALE,
PER VALORIZZARE 980MILA ETTARI DI BOSCO IN ACCORDO CON GLI ENTI LOCALI E CREARE NUOVA OCCUPAZIONE. PRIORITARIO UN “PROGETTO REGIONALE CASTAGNO”
Ipla e Uncem insieme, per il rilancio della filiera forestale regionale. Sinergia e condivisione di progetti e obiettivi tra i due soggetti, pronti a individuare i punti di interazione nel lavoro sul territorio. L’Ipla, l’Istituto per le piante da legno e l’Ambiente, su mandato della giunta regionale, ha l’obiettivo di trovare soluzioni per valorizzare il più possibile dei 980mila ettari di bosco piemontese, a cominciare dalle proprietà pubbliche, in modo da favorire una crescita economica dei territori grazie ad una gestione corretta e sostenibile.
il presidente Uncem Piemonte Lido Riba non ha dubbi: “È importante inserire la gestione forestale tra i principali punti di azione dei ‘Piani di sviluppo’ delle Unioni montane di Comuni. Le nascenti Unioni montane dei Comuni (40 in Piemonte, eredi delle Comunità montane) dovranno infatti occuparsi anche di patrimonio forestale, viste le competenze di sviluppo sociale ed economico sancite dalla legge regionale 3/2014, richiamando l’articolo 44 della Costituzione. Questo si traduce in alcune azioni che devono essere messe in atto. La prima riguarda la costruzione di una o più associazioni fondiarie o di un consorzio forestale snello, per risolvere il problema della parcellizzazione. Abbiamo cinque milioni di particelle catastali in Piemonte, più degli abitanti, che bloccano l’uso della terra e dei boschi, ai fini agro-silvo-pastorali. Bisogna non sottovalutare i dati sui boschi di invasione (più 25% di superficie forestale in 20 anni, in tutto il Piemonte) per garantire un’azione di esbosco sostenibile capace di favorire l’attivazione di nuove aree agricole, necessità vera per le aree montane”.
L’azione congiunta di Uncem e Ipla permetterà anche un’azione più efficace nell’uso dei fondi europei del Piano di sviluppo rurale 2014-2020. “Alcuni milioni di euro potranno rendersi disponibili per le politiche forestali – aggiunge Igor Boni, presidente Ipla – che dovranno essere utilizzati per consolidare l’occupazione esistente e creare nuovi posti di lavoro, migliorando la biodiversità e il valore degli ecosistemi. Siamo d’accordo con Uncem ad esempio, nella costruzione di un progetto piemontese per valorizzare i 200mila ettari di castagneti. Abbiamo già operato su tale tematica con l’Università di Torino, Facoltà di Agraria, su mandato della Regione Piemonte, affinché il recupero dell’intera filiera collegata al castagno diventi un asset economico portante regionale”.
Uncem e Ipla concordano nell’evidenziare l’importanza strategica di tre fattori che dovranno concorrere allo sviluppo delle aree rurali e montane. “Il primo – spiega Lido Riba – riguarda la creazione di una stretta sinergia tra gli operai forestali regionali e i tecnici dell’Ipla, in modo da creare un soggetto protagonista della gestione forestale attiva, su spinta delle Unioni montane. Il secondo fattore riguarda una revisione della legge e del regolamento forestale regionale, in modo da ottenere una norma indirizzata con maggiore forza verso il taglio sostenibile, la gestione del bosco d’invasione e l’accorpamento delle particelle forestali mini o micro”. Il terzo fattore che potrà incidere significativamente potrebbe risultare la costruzione dei Contratti di Foresta, valle per valle. “La Regione Lombardia – evidenzia Igor Boni – li ha ideati dieci anni fa, incaricando Ersaf, l’Ente per i servizi all’agricoltura e le foreste, di gestirli. Analogo sviluppo si può pensare per il Piemonte, componendo cioè degli accordi tra Regione e Enti Locali territoriali, con le imprese e le associazioni. Non si tratta di una sovrastruttura in più, ma di uno strumento operativo, con precise azioni e obiettivi, che risolverebbe problemi agli Enti Locali, vedendo le Unioni montane di Comuni come promotore e coordinatore”.